I nostri figli dicono bugie? Non c’è da preoccuparsi, perché è indice di una spiccata intelligenza e di un corretto sviluppo cognitivo. È questo ciò che emerge da uno studio canadese della Toronto University, secondo cui, addirittura, i bugiardi più precoci hanno solo due anni.scritto da: Mariapaola Ramaglia - educatrice
Effettivamente, per poter raccontare e anche portare avanti coerentemente una frottola senza tradirsi, non solo c’è bisogno di avere fantasia ma anche di elaborare un ragionamento complesso e di aguzzare l’ingegno. Davanti ai primi fantasiosi racconti, gli adulti reagiscono con fare divertito e incredulo ma poi, con il tempo, ci si inizia a preoccupare e ad interrogare su come poter intervenire per evitare che mentire diventi un’abitudine. Al di là di situazioni patologiche, comunque, non necessariamente chi mente da piccolo diventerà un bugiardo da adulto, anche perché solo in età scolare il bambino inizierà a sviluppare un giudizio morale e mentire acquisterà pian piano lo stesso significato che diamo noi a questa azione.È necessario precisare che per i bambini mentire è normale, anzi è quasi una tendenza naturale e spontanea, anche se non sempre si può parlare di vere e proprie bugie. Il nostro angioletto, fin da piccolissimo, impara a “manipolare” gli adulti e ad assumere comportamenti volti a fargli ottenere ciò che vuole. Sa come attirare l’attenzione, come far valere una sua protesta o farsi coccolare. Impara anche come apparire agli occhi dei genitori il figlio perfetto che loro vorrebbero: tende cioe’ a nascondere la parte “cattiva” di sé, negando e dissimulando quelle situazioni che teme potrebbero deluderli.
Il bambino che inizia consapevolmente a dire bugie sperimenta un senso di onnipotenza. Comprende infatti che gli adulti non sempre riescono a leggergli dentro e a sapere e scoprire tutto, ed ecco allora che nasce il piacere di una sorta di sfida che rappresenta una tappa del percorso di separazione dai genitori e della costruzione di un pensiero autonomo.I più piccoli, però, vivono in una sorta di mondo magico in cui non esiste un netto confine tra fantasia, gioco e realtà, così spesso descrivono le cose come vorrebbero che fossero nella realtà o come loro le vedono. Non si può, dunque, accusarli di mentire quando nei giochi simbolici e di simulazione fanno finta di essere qualcun altro o quando dicono di parlare con il loro amico immaginario. Questo tipo di giochi, anzi, insegna al bambino a crescere, a sperimentarsi e ad esercitare abilità e fantasia, proiettandolo anche nel mondo degli adulti in una dimensione di vita semplificata e protetta.
lunedì 14 gennaio 2013
Bugia come fase di passaggio
Cari lettori vi riporto un articolo che ho trovato su: www.mammeacrobate.com e che mi è sembrato interessante in relazione all'ultimo post scritto.
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